Genova, Salone Slow Fish, 13 novembre 2005
Iniziativa dell’Associazione Battibaleno
PESCATORI E AMBIENTALISTI S’INCONTRANO
PER LA DIFESA DEI CETACEI
L’Associazione Battibaleno, in occasione di Slow Fish, organizza oggi a Genova un incontro fra pescatori e ambientalisti per portare all’attenzione del pubblico le legittime istanze sia di un settore economico importante come la pesca, sia, soprattutto, dei cetacei, specie protetta che raramente ha occasione di far sentire la propria voce.
L’incontro, a cui parteciperanno il presidente di Battibaleno, Alberto Marco Gattoni, e due fratelli pescatori di quarta generazione, Felice e Francesco Mammoliti, del peschereccio GioMaria di Genova, si svolge in due round al Padiglione C, Aula 2, della Fiera del Mare: inizio alle ore 11 e ripresa, dopo un intervallo, alle ore 15.
Ad accompagnare l’evento, saranno presentate le opere di due artisti contemporanei dedicate agli abitanti del mare. Le sculture del francese Emmanuel Chapalain lanciano un segnale d’allarme attraverso una visione futuristica dove squali, delfini e le altre forme di vita marina, rappresentate in dimensione naturale, adottano protezioni metalliche per affrontare la minaccia umana. Sono invece in ceramica le “sculture sottomarine” di Paolo Anselmo, che raccontano in maniera allegorica la natura degli abissi ancora inesplorati.
Sarà proiettato inoltre il video “reti d’alba” del videomaker Sieva Diamantikos, sulla giornata di un pescatore.
L’iniziativa di Battibaleno vuole ricordare i danni subiti dai cetacei a causa dell’uomo. Fino a poco tempo fa sulle tavole di Sardegna e Liguria veniva servito il musciame, ossia filetto di delfino, oggi vietato e sostituito dal tonno, almeno ufficialmente. Ma ancora adesso, una delle cause principali di morte per i delfini è l’annegamento provocato involontariamente dai pescatori. I piccoli cetacei rimangono impigliati per ore alle reti da pesca senza poter tornare a galla per effettuare il necessario ricambio d’aria. Sebbene abbiano una resistenza in apnea molto sviluppata, anche questi animali sono mammiferi e devono quindi, a intervalli regolari, emergere per ricostituire la riserva di ossigeno nei polmoni. La pesca industriale delle grandi flotte di pescherecci e le spadare, pur non mirando alla cattura dei mammiferi marini, provocano loro gravi danni.
Ma le lamentele non sono a senso unico. Anche i delfini sono visti con fastidio dai pescatori, in molti casi soprattutto da quelli cosiddetti artigianali, che svolgono il loro lavoro in rapporto più stretto e rispettoso con l’ambiente. Sono gli eredi di san Pietro, il più famoso pescatore del passato. Per loro, i delfini rappresentano spesso dei concorrenti: si avvicinano alle reti colme e le bucano, sottraendo una parte del pescato. Il danno denunciato è duplice: reti rotte da riparare e minor volume di pesce a bordo.
Un rapporto difficile, dunque, quello fra i pescatori e i delfini, che l’Unione europea sta cercando di regolare. La salvaguardia dei cetacei, già incoraggiata dalla direttiva sugli habitat naturali, è oggetto di un regolamento europeo del marzo 2004 che vuole favorire le tecniche di pesca meno devastanti per l’ambiente, per ridurre le catture accidentali. Il regolamento ha previsto che a partire dal 1° gennaio 2005 venisse gradualmente vietato un tipo di rete detto “da posta derivante”, divieto che diventerà assoluto dal 1° gennaio 2008. Inoltre sono resi obbligatori l’uso di dispositivi acustici di allontanamento dei cetacei (“pingers”) sulle reti da pesca e il controllo del pescato tramite programmi che prevedano la presenza a bordo di osservatori.
Battibaleno ha raccolto anche storie in cui, al contrario di quelle denunciate sopra, la convivenza fra uomini e delfini si è rivelata possibile. Sono storie di collaborazione, che vedono pescatori illuminati utilizzare le conoscenze dei delfini, seguendoli e raggiungendo così le migliori zone di pesca. In questo modo, la “condivisione” di quanto viene raccolto in mare e anche qualche strappo alle reti vengono accettati dall’uomo come un giusto compenso ai nostri cugini marini.
E’ questo lo spirito che anima sia gli organizzatori di Slow Fish, sia le iniziative di Battibaleno, come l’Operazione Delphis per il monitoraggio del Santuario dei Cetacei fra Sardegna, Corsica, Liguria e Costa Azzurra, i diversi corsi di avvistamento per imparare a riconoscere i mammiferi marini, la sensibilizzazione nelle scuole, fino alla prossima organizzazione di un concerto in alto mare rivolto a un pubblico d’eccezione, cioè gli stessi cetacei.
Oltre a questo, Battibaleno si fa anche promotrice di soluzioni strutturali per un miglior rapporto fra ambiente e pesca. In particolare, intende riprendere un’iniziativa di alcuni anni fa, volta al rinnovamento della flotta peschereccia italiana, obsoleta, inquinante e costosa anche in termini di consumi di carburante, con l’aiuto finanziario dello Stato. Sarebbe una soluzione che, introducendo mezzi più efficienti e quindi maggior risparmio, verrebbe incontro al grido di dolore degli stessi pescatori, che recentemente hanno denunciato di non poter reggere ai costi della loro attività.
Il messaggio che l’incontro di oggi vuole lanciare è proprio questo: che ambiente e uomo, economia e ecologia possono tornare a convivere in maniera equilibrata, come hanno fatto per secoli.
Organizzazione Battibaleno: 3474344148
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